Discussione generale, Attesa per il nuovo film

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Pessimismo Cosmico
view post Posted on 23/1/2018, 16:03     +1   -1




Scommettiamo che andrà così? Che ci giochiamo?
 
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view post Posted on 23/1/2018, 16:12     +1   -1
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Straordinario! A riconferma di quanto è palese a chiunque, non hai neanche capito quello a cui mi riferivo! :xD:

Di certo non si tratta di commenti infantili, incompetenti e ignoranti per via del fatto che non siano in grado di prevedere la vittoria, ma per i contenuti espressi.
 
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Pessimismo Cosmico
view post Posted on 23/1/2018, 16:14     +1   -1




Del Toro alla regia e forse film (o faranno anche qui la sorpresa?). Attore Oldman, attrice boh... , Dunkirk e BR2049 si spartiscono i premi tecnici.
 
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view post Posted on 23/1/2018, 19:34     +1   -1

Leggenda

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Dunkirk porterà a casa 3 Oscar se va bene: quelli per il sonoro e per il montaggio. Gli altri sono pura fantascienza a meno che non vinca regia ai BAFTA. A quel punto andrebbero rivisti i pronostici, ma dubito fortemente.
 
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HvsH
view post Posted on 23/1/2018, 21:17     +1   -1




Concordo. I premi tecnici sono quelli più alla portata, se ci si volta indietro e si vede l'andazzo in passato. Mi farebbe piacere che portasse a casa anche la statuetta per la fotografia, ma la concorrenza di Deakins è spietata. Detto questo, credo che Dunkirk, tra tutti i film di Nolan, sia quello che più entra nella "sfera academy". Non dico che succede, ma accadesse (anche solo per uno dei due principali) non rimarrei stupito.
 
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Lone Fire
view post Posted on 24/1/2018, 14:44     +1   -1




CITAZIONE (Pessimismo Cosmico @ 23/1/2018, 16:03) 
Scommettiamo che andrà così? Che ci giochiamo?

Invece secondo me dirà che il muro va costruito e in fretta, in barba ai radical chic!
 
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Pessimismo Cosmico
view post Posted on 24/1/2018, 15:29     +1   -1




Ahahahah che spasso XD. Comunque altra nomination per John Williams... oramai anche lui come la Streep c'ha l'abbonamento a quanto sembra... stiamo sfiorando il ridicolo.
 
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Lone Fire
view post Posted on 24/1/2018, 18:23     +1   -1




Ma se tu fossi un messicano in quella situazione esattamente cosa penseresti/diresti? Per capire.
 
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Pessimismo Cosmico
view post Posted on 24/1/2018, 19:15     +1   -1




Un grazie per avermi dato il premio, due discorsi sul cinema e qualche ringraziamento sparso, se proprio dovessi parlare.
Il mio sogno sarebbe salire sul palco e mandare a quel paese il premio, però non succederà mai.

Tanto non seguirò la cerimonia. Fatto una volta e mi sono annoiato. Mi sveglierò il giorno dopo, vedrò al tg i risultati degli oscar e poi sorseggiando una tazza di latte vedrò i soliti commenti di molte amebe in rete, che tenteranno di dare un senso alle proprie esistenze dicendo che meritava il film o l'attore X invece di Y scannandosi tra loro. E infine con un sorriso beffardo mi alzero' dal tavolo e affrontero' la giornata lasciandomi alle spalle anche quest'anno gli oscar.
 
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MAN of STEEL
view post Posted on 25/1/2018, 16:38     +1   -1




Gli Oscar non sono meritocratici, una volta capito questo la strada è tutta in discesa. Sono una vetrina, un fenomeno di costume che mette in luce pregi e contraddizioni di un'industria che può influenzare mode, tendenze e, più di qualche volta, riconoscere il giusto merito ad artisti che grazie a una statuetta hanno una bella svolta di carriera.

CITAZIONE (Lev Yashin @ 23/1/2018, 19:34) 
Dunkirk porterà a casa 3 Oscar se va bene: quelli per il sonoro e per il montaggio. Gli altri sono pura fantascienza a meno che non vinca regia ai BAFTA. A quel punto andrebbero rivisti i pronostici, ma dubito fortemente.

Ma anche se vincesse ai BAFTA, che solitamente prediligono pellicole albioniche, non cambierebbe nulla in ottica Oscar.

Edited by $lask - 26/1/2018, 19:53
 
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view post Posted on 4/2/2018, 18:59     +2   +1   -1
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The pioneer

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A poco a poco, col contagocce, sto recuperando un po' di cose che volevo pubblicare sul forum da un po'.
Oggi tocca alla mia rece personale di Dunkirk, con solo qualche mese di ritardo :asd:
L'avevo scritta per un sito, ma poi non se n'è fatto più niente, allora l'ho rivista e accorciata un pochino e ve la propongo qui:


CITAZIONE
Il decimo film di Christopher Nolan non è propriamente un film di guerra, come dai più è stato superficialmente etichettato. Il regista ne ha chiarito la natura in più interviste: un thriller di sopravvivenza ambientato durante la battaglia di Dunkerque del 1944, distante dal war-movie di stampo tradizionale in quanto la fazione mostrata in campo è una sola, e uno scontro diretto in realtà non avviene quasi mai: dal punto di vista storico quello di Dunkerque fu uno scontro a senso unico, terminato con una massiccia evacuazione delle forze Alleate; dal punto di vista prettamente narrativo Nolan si è concentrato soprattutto sui frustranti tentativi dei soldati inglesi di lasciare le coste della Francia, enfatizzando la tensione dei momenti di apparente quiete tanto quanto l’adrenalina delle azioni più concitate.
Il risultato è una pellicola atipica ma di indubbio fascino, persino controversa nel suo obiettivo di immergere lo spettatore negli eventi narrati rinunciando allo stesso tempo ad un’immedesimazione diretta con i personaggi. In Dunkirk infatti non vi sono veri e propri protagonisti, e anche le figure che hanno più screentime sono prive di un qualsiasi approfondimento o background che possa in qualche modo avvicinarle di più al pubblico.

Per precisa scelta dell’autore (che aveva persino paventato l’idea di non approntare una sceneggiatura) i soldati e i civili mostrati nel film sono “cristallizzati” nella loro disavventura, non sappiamo niente sul loro passato né ci viene rivelato cosa gli avrebbe riservato il futuro anni dopo la terribile esperienza; di alcuni non viene neanche menzionato il nome e, per quanto bizzarra e rischiosa possa apparire questa soluzione, il perché diviene più chiaro man mano che la pellicola procede.
Il punto non è legarsi emotivamente a questo o a quel personaggio e seguire la storia dal suo punto di vista, quanto piuttosto essere gettati nella mischia e vivere l’esperienza collettiva dei quasi 400mila soldati evacuati durante la cosiddetta Operazione Dynamo. Non a caso nel cast figurano tanti giovanissimi interpreti sconosciuti ai più, alcuni alla loro prima esperienza sul grande schermo, e una delle star più blasonate dell’ensemble (Tom Hardy) recita con il viso coperto per quasi tutto il tempo.
«Teniamo ai personaggi nel film semplicemente perché ci sentiamo immersi nella loro realtà e nelle avversità che affrontano» ha detto Nolan in una rassegna presentando una delle opere che hanno ispirato il suo lavoro (La Battaglia di Algeri), ed è su questo concetto che è stato costruito Dunkirk. Più che una ricostruzione storica dei fatti che accompagna un intreccio di finzione, il film vuole essere un’esperienza cinematografica nel senso più puro, un lungometraggio essenziale nel quale dialoghi ed esposizione sono ridotti al minimo; a parlare sono le immagini, grandiose e spettacolari, e persino i silenzi, portatori di forti suggestioni.

L’impianto tecnico, di altissimo livello, è in questo senso completamente asservito a coinvolgere lo spettatore nell’atmosfera di quelle drammatiche giornate, e il merito principale va ad una regia figlia dei kolossal di altri tempi; il filmmaker inglese non ha mai nascosto l’influenza del cinema classico sull’estetica di alcuni suoi lavori ma in Dunkirk la lezione appresa da illustri colleghi come David Lean e Henri-George Clouzot è finalmente messa su schermo in maniera naturale. Ogni inquadratura denota la padronanza di chi ha compreso le caratteristiche vincenti dei capisaldi di un genere e le ha declinate secondo la sua personale e imponente visione.
Questa visione nel cinema di Nolan è ormai indissolubilmente legata all’utilizzo dell’IMAX, tecnologia da lui stesso sdoganata e ormai sfruttata al suo pieno potenziale. Grazie anche alla durata contenuta del film – con i suoi 106 minuti è il lungometraggio più corto del regista dal 1998 a oggi – è stato possibile infatti impiegare questa pellicola ad altissima risoluzione per girare quasi tutte le scene, conferendo all’opera una portata “larger than life” come si suol dire: dai bombardamenti sul molo all’affondamento delle navi, dai volteggi degli Spitfire alle carrellate sulla spiaggia, lo sguardo della cinepresa cattura la dinamicità del momento con perizia impeccabile.

Particolare è l’incontro tra l’affresco sopracitato e i dettagli più asciutti della messa in scena, come ad esempio l’assenza di momenti “sanguinolenti”. La pellicola non lesina sulla violenza in sé o sulle morti su schermo, ma non affiorano mai fiotti di sangue o resti umani in bella mostra. Nell’ottica di mantenere lo sguardo degli spettatori incollato sullo schermo anziché respingerlo con scene truculente, l’intenzione dell’autore è lodevole ma alla lunga rischia di estraniare dalla vicenda.
L’assenza di un nemico visibile al contrario asseconda ottimamente il tono della storia, e fin dal primo minuto stabilisce un’elevata tensione destinata a incrementare. I proiettili, le bombe e i siluri nazisti sono sparati senza alcun preavviso, da postazioni imprevedibili e irragiungibili, rompendo un silenzio che angoscia i giovani inglesi ancora più degli scontri a fuoco. L’avversario è una costante presenza che fiacca gli Alleati prima di tutto a livello psicologico.

La gestione della suspence va di pari passo con la manipolazione del tempo, che ormai è un tratto distintivo della narrativa nolaniana e in Dunkirk raggiunge nuovi traguardi con una particolarissima tripartizione dei piani narrativi in ora/giorno/settimana.
A parere di chi scrive l’unico reparto di questa produzione che non ha realmente convinto è la colonna sonora, nonostante l’affiatamento tra il regista e Hans Zimmer non aveva dato segni di cedimento per oltre dieci anni. L’approccio del compositore tedesco in questa sede è stato ancora più sperimentale rispetto a quanto fatto su Interstellar, poiché non si limita ad accompagnare le immagini ma in un certo senso scandisce lo scorrere del tempo (cosa peraltro già parzialmente tentata in Inception). Se da una parte la scelta si sposa bene con il carattere della pellicola, dall’altra affiora spesso un senso di ridondanza non proprio piacevole.

In definitiva però l’esperimento melodico/sonoro di Zimmer non inficia l’esperienza generale, che è destinata a fare discutere ancora per molto, e che si spera non passi inosservata alla giuria dei prossimi Oscar.


Edited by $lask - 5/2/2018, 20:09
 
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775 replies since 28/12/2015, 20:56   13785 views
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